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Superbonus: revisioni e prospettive per il futuro per portare avanti la riqualificazione l’Italia

Sconcerto e sorpresa, è questa la reazione della filiera alle recenti modifiche apportate dal Governo per rimodularne in modo profondo il Superbonus, a partire dallo stop alla cessione dei crediti fiscali.

«Ci si aspettava una stretta sul Superbonus ma posso affermare che l’impatto sarà negativo – conferma Matteo Camillini, direttore di BigMat Italia e International –. Il Superbonus, così come la cessione del credito e lo sconto in fattura, possono continuare a rappresentare un’opportunità per il settore con una giusta rimodulazione e i giusti controlli, ma queste modifiche rischiano di provocare un contraccolpo molto forte in tutto il sistema soprattutto perché si tratta di mossa repentina, senza alcuna consultazione con le associazioni di categoria, e ciò creerà problemi a tutta la filiera dell’edilizia».

Se da un lato il provvedimento risulta comprensibile alla luce del costo complessivamente sostenuto dallo Stato pari a 71,8 miliardi euro, è opportuno anche osservare l’impatto della misura e gli effetti della sua revisione. I dati dell’osservatorio «110% Monitor», divulgati da Nomisma sulla base del patrimonio informativo proprietario e dell’analisi di fonti terze, segnalano che nella rilevazione resa disponibile a gennaio dall’Enea relativamente alle detrazioni fiscali, il totale complessivo dei lavori avviati per l’efficientamento energetico nel nostro Paese risultava pari a 65,3 miliardi di euro, con un investimento medio di 175.234 euro.

Il 47% del totale, pari a complessivi 30,5 miliardi di euro (e un investimento medio pari a 594.892 euro), ha riguardato interventi pianificati nei condomini, contro 24,5 miliardi degli edifici unifamiliari (113.846 euro di media) e 10,3 miliardi relativi a edifici funzionalmente indipendenti (96.878 euro di media).

Complessivamente le asseverazioni depositate nel 2022 sono state 372.297 a fronte di un valore degli interventi completati pari a 49,7 miliardi di euro. 

Sul totale delle asseverazioni, solamente 51.247 hanno riguardato condomini, ovvero la tipologia di abitazioni che maggiormente avrebbero dovuto beneficiare dal provvedimento, contro le 215.105 degli edifici unifamiliari e le 105.945 delle unità funzionalmente indipendenti.

Dai dati Enea 58.355 asseverazioni sono state presentate in Lombardia (il 15,3% del totale, per la precisione), contro le circa 46.500 del Veneto (12,3%). Le 31.500 del Lazio (8,6%), le 30.700 dell’Emilia-Romagna (8,0%), le 29.600 della Toscana (7,8%) e le quasi 27.000 del Piemonte (7,2%).

Secondo le stime del 110%Monitor di Nomisma i cantieri che dovrebbero essere stati conclusi sono circa 232.000 e coprirebbero meno del 2% del parco edifici residenziali in Italia. 

L’IMPATTO ECONOMICO, AMBIENTALE E SOCIALE DEL SUPERBONUS

Secondo il recente studio di Nomisma l’impatto economico complessivo del Superbonus 110% sull’economia nazionale è stato pari a 195,2 miliardi di euro, con un effetto diretto di 87,7 miliardi, 39,6 miliardi di effetti indiretti e 67,8 miliardi di indotto.

Complessivamente l’incremento del valore degli immobili oggetto di riqualificazione, nell’ipotesi che tutte le unità immobiliari riqualificate rientrino nelle classi energetiche inferiori, supererebbe i 7 miliardi di euro.

GruIn uno scenario – in cui si stima che in Italia il settore delle costruzioni consumi oltre il 30% dell’energia primaria (generata per il 93% da fonti non rinnovabili) e sia responsabile di circa un terzo delle emissioni di gas serra – risulta particolarmente rilevante anche una valutazione dell’impatto positivo a livello ambientale: dai risultati dello studio emerge una riduzione totale delle emissioni di CO2 in atmosfera, responsabile mediamente del 40% del totale con punte fino al 70% nelle grandi città,  stimata in 1,42 milioni di tonnellate.

Questo per altro si riflette anche sul bilancio delle famiglie, con un risparmio pari a circa 29 miliardi di euro (dati stimati da Nomisma sui cantieri già conclusi). Nello specifico, per chi ha beneficiato della misura il risparmio medio in bolletta, considerando anche il periodo straordinario di aumento dei costi dell’energia, è infatti risultato pari a 964 euro all’anno.

Da non trascurare, infine, l’impatto sociale che, sempre secondo lo studio di Nomisma, ha visto un incremento di 641.000 occupati nel settore delle costruzioni e di 351.000 occupati nei settori collegati.

Al pari del metodo di valutazione utilizzato per l’effetto economico generato, nello studio di Nomisma sono stati determinati anche i relativi coefficienti di attivazione utilizzati per valutare l’impatto prodotto sul sistema economico nazionale. In particolare, da una prima disamina è emerso che una produzione aggiuntiva di 1 mld di euro in costruzioni produce un incremento di 16.402 unità di lavoro nette di cui 10.602 direttamente nel settore delle costruzioni (pari a una percentuale del 64%) e 5.800 nei comparti collegati. 

LE PROSPETTIVE DELLA RIQUALIFICAZIONE

Se un lato l’implementazione del Superbonus 110% ha indubbiamente prodotto anche effetti collaterali e distorsivi, è necessario trovare una modalità che consenta di salvare la parte buona di un meccanismo sano anche se non sempre usato in modo corretto.

Èd è ancor più importante in Italia dove il 68% degli immobili residenziali ha classificazione di efficienza energetica pari a D o inferiore, che si scontra con una domanda abitativa che vede al vertice delle preferenze degli italiani un’abitazione ad elevata efficienza energetica (nel 40% dei casi).

GLI IMPEGNI GREEN CON L’EUROPA

La disponibilità dimostrata nelle ultime ore dal Governo dimostra consapevolezza di fronte agli obblighi attesi dalla direttiva UE sulle case green (entro il 2033 classe minima D) e agli impegni sulla neutralità carbonica (emissioni zero al 2050). Tuttavia, per sostenere la domanda di famiglie eterogenee sotto il profilo reddituale e fiscale, il meccanismo della cessione dei crediti con lo sconto in fattura – che ha rappresentato un importante sblocco del mercato anche in presenza di bonus – sarà insostituibile specialmente per interventi sui condomini, che rappresentano una quota significativa degli immobili meritevoli di ristrutturazione e opere di efficientamento energetico.

«Il superbonus ha avuto l’indubbio merito di contribuire al rilancio della nostra economia in una situazione drammatica come quella pandemica – ha commentato Luca Dondi, Amministratore Delegato di Nomisma -. La misura emergenziale andava, tuttavia, corretta per attenuarne l’eccessiva onerosità, oltre agli evidenti tratti di iniquità e alle conseguenze distorsive che ha generato sul costo dei fattori di produzione. La mancata adozione di modifiche sostanziali ha portato alle drastiche conseguenze degli ultimi giorni, con l’adozione di misure di salvaguardia che, se non emendate, rischiano di decretare l’epilogo di iniziative imprescindibili per il rinnovamento del patrimonio immobiliare italiano. La strategia dei bonus, e con essa la possibilità di cessione dei crediti, non va archiviata ma solo ripensata e per farlo occorrono competenze ed equilibrio. Occorre fare tesoro di un’esperienza straordinaria per definire una politica di rinnovamento che non abbia il fiato corto dell’emergenza».

Foto: di Jürgen Rübig da Pixabay

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