Stefano Larotonda: L'Eccellenza della Nuova Architettura Italiana al BMIAA '23

Essenzialità e centralità dell’abitare 

La new generation dell’architettura italiana: Stefano Larotonda, miglior giovane al BMIAA ’23

di Enrico Molteni, architetto e giurato del BigMat International Architecture Award ’23 

Vincitore della Menzione Speciale Giovani Architetti del BMIAA ’23, Stefano Larotonda (LAST architettura) fa parte di una generazione di giovani architetti che sta dimostrando qualità inattese, finalmente tali da riportare l'Italia all'attenzione internazionale del mondo dell’architettura. 

Una new generation dell’architettura italiana ben rappresentata anche nella 6ª edizione del BMIAA che ha visto partecipare ed emergere giovani nomi e studi come appunto il comasco Larotonda, lo studio DEMOGO di Treviso e Balance Architettura di Torino, i quali si sono aggiudicati rispettivamente i due Premi Nazionali Italia, ma anche altri “coetanei”. Si tratta di una generazione di architetti impegnati su tutte le scale, che possono contare finalmente su una formazione più̀ adeguata e seria rivolta al progetto. Una buona formazione che spesso è frutto anche della frequentazione di architetti stranieri e di alcune scuole tra cui, sicuramente, l'Accademia di Mendrisio e in parte anche lo IUAV di Venezia e il Politecnico di Milano. Stefano Larotonda è, infatti, un caso eloquente di questo percorso: formatosi a Mendrisio con Peter Zumthor, ha proseguito come assistente collaborando con diversi professori di altrettanto valore, fino a vincere di recente un importante concorso in Ticino per la palestra di Gordola con l'architetto ticinese Nicola Baserga

Il concept progettuale del suo Underground Patio a Rovagnate – che gli ha fatto vincere il titolo di miglior giovane architetto al BMIAA ’23 – analizza ogni specificità delle esigenze del cliente e le sintetizza in un unico gesto essenziale: scavare una “fossa” per definire il tutto. L’opera di Stefano Larotonda ha previsto il recupero del piano interrato e la successiva creazione di uno spazio esterno che si configura come una stanza a cielo aperto. Questo nuovo ambiente permette l'illuminazione della zona interrata che diventa un grande salone. Le pareti in calcestruzzo sono state realizzate utilizzando doghe verticali in legno e successivamente sabbiate. La pavimentazione in cemento e ghiaia ricopre il terreno e all'interno, il piano interrato evoca i toni del paesaggio montano circostante; il cemento grigio riveste il pavimento mentre la stanza è delimitata da una serie di partizioni interne colorate in verde bosco. 

La giuria del BMIAA ’23 ha valutato positivamente e premiato il concept iniziale del progetto e il tono materico ottenuto, estremamente raffinato ed evocativo, in un intervento su scala minimale, in perfetto equilibrio tra le parti e il contesto. 

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