Crisi sanitaria, economica, politica. Rincaro delle risorse energetiche. Per una vera transizione verde è necessario investire nell’efficienza energetica degli edifici: una via sostenibile, democratica, alla portata di tutti, open source e pacifica.
di Francesco Nesi, fisico edile e direttore di ZEPHIR
QUANDO IL PEGGIORE SCENARIO ECONOMICO DIVENTA REALTÀ.
Facciamo un esperimento. Immagina di vivere una serie di situazioni assurde, a dir poco estreme, che potrebbero rimettere in discussione modelli economici globali di crescita e sviluppo, riportando al centro il tema del benessere abitativo e della disponibilità delle risorse energetiche.
Immagina, ad esempio, che capiti un virus, una malattia, anzi no, un'epidemia, anzi una pandemia globale che ci costringa a rivedere le nostre abitudini e per parecchio tempo ci releghi in casa, quell'involucro costituito da quattro mura, una soletta e una copertura.
Magari già durante questo primo shock potremmo accorgerci di quanto le abitazioni non siano spesso così confortevoli come immaginiamo. Per fortuna potremmo scaldarci grazie agli apporti interni delle persone, del forno a forza di cucinare torte, pizze, biscotti ecc., e del gas per superare il discomfort degli spifferi e dei ponti termici. Meno male che l'energia elettrica e il gas non costano così tanto... Pensa che situazione sarebbe: per anni potrebbe essere istituito, praticamente in ogni Paese del mondo, uno stato di emergenza finché dopo vaccini e precauzioni magari potremmo uscire fuori dai rischi connessi a questo virus.
Sempre per fortuna, immagina che l'Europa decida di stanziare ingenti risorse [1] per farci superare la crisi lavorativa, sociale, sanitaria, in particolare per il settore edile potrebbe veicolare finanziamenti per permettere la ripartenza di tutto il comparto, supportando finanziariamente interventi di riqualificazione energetica e strutturale atti a migliorare il patrimonio edilizio italiano, così a lungo trascurato e abbastanza fatiscente. Così con questi incentivi [2] si potrebbe iniettare benzina nel serbatoio stantio delle ristrutturazioni, magari benzina che viene erogata praticamente gratis, al 100% finanziata dallo Stato, con un meccanismo molto complesso ma promettente e con un ampio respiro di durata pluriennale.
Finalmente tecnici e imprese inizierebbero a lavorare sodo e si arriverebbe presto a uno scenario – sì lo so sarebbe assurdo ma immagina per un attimo che possa accadere veramente – in cui reperire manodopera specializzata e tecnici in grado di redigere una Legge 10 costituirebbe un'impresa mastodontica tanto che, per la nota legge domanda-offerta, il prezzo del personale salirebbe oltre ogni logica.
Inoltre, e questo potrebbe suonarti già più familiare, nello spirito dei soliti "furbetti" italiani si verrebbero anche a scoprire frodi inaudite a cui lo Stato farebbe fronte a colpi di Decreti [3], passi indietro e rappezzamenti. Anche la possibilità, inizialmente prevista, di creare un libero mercato di scambi finanziari e cessioni di crediti subirebbe uno stop importante, bloccando cantieri e progetti in corso e determinando un caos legislativo e una estrema incertezza nel mercato edile.
Ma sono sicuro che non si arriverebbe a questa situazione, perché i legislatori creerebbero un’inattaccabile metodo di controllo sull'erogazione dei contributi, ne discuterebbero prima con le associazioni di categoria, i tecnici si prenderebbero alcuni mesi per studiare bene le regole e poi potrebbero finalmente dedicarsi alla progettazione e non alla burocrazia, i cantieri partirebbero rapidamente perché l'informatizzazione delle procedure burocratiche permetterebbe un rapido iter per l'approvazione delle pratiche e le imprese potrebbero lavorare serenamente a fronte di disponibilità di materiali e di liquidità, garantita da un sistema finanziario solido che tutela loro e i committenti.
A questo punto, prova a esagerare e immagina la tempesta perfetta: il calo di produzione globale dovuto alla pandemia [4] combinato con l'incremento esponenziale di richiesta di fornitura delle materie prime, favorito dagli incentivi statali. Si determinerebbe una situazione pazzesca, perché parallelamente alla mancanza di personale si giungerebbe anche a una enorme difficoltà a reperire materiali edili, componenti tecnologici, materie prime in generale [5]. Il cane che si morde la coda. Per fortuna la tempesta perfetta sarebbe limitata solo alle materie prime non indispensabili.
Pensa se invece accadesse ai beni di prima necessità: grano, generi alimentari, carburante, acqua [6]. Meno male che piove a sufficienza, che non c'è stato eccessivo consumo di suolo, che non si sono rubate terre all'agricoltura e i campi crescono rigogliosi, che nel mercato finanziario globale la rivoluzione verde è in atto avendo ormai soppiantato le risorse fossili con quelle rinnovabili e rigenerate.
Chissà dove arriveremmo se d'altro canto il riscaldamento globale aumentasse in modo vertiginoso, con sempre meno pioggia e campi sempre più aridi, eventi meteorologici estremi devastanti per i raccolti e cementificazione selvaggia che impedisce di drenare gli acquazzoni! E inoltre, pensa se nello scenario di incentivi per ristrutturare "gratis" gli edifici di cui parlavamo prima, le persone puntassero ancora al minimo indispensabile, migliorando involucro e impianti a livello superficiale, non sfruttando l'enorme potenziale a disposizione e soprattutto non realizzando una vera e propria indipendenza energetica.
Con la scarsità dei generi di prima necessità si arriverebbe senza dubbio a una guerra [7], volta soprattutto a impadronirsi delle risorse energetiche, determinando quindi un ulteriore aumento dei prezzi finché le potenze mondiali non si accorderanno su un nuovo modello di crescita, basato su fonti rinnovabili, su un'economia circolare e in particolare sull'efficienza energetica.
Coloro che avranno scelto di optare per una riqualificazione "di facciata" si troveranno ad avere bollette comunque salate, andando a far parte delle famiglie colpite dalla povertà energetica.
COME POSSIAMO RISOLVERE LA CRISI ENERGETICA EUROPEA: NUCLEARE? GNL DAGLI STATI UNITI?
Immagina dunque di trovarti nello scenario apocalittico che ti ho prospettato. Sicuramente non accadrà, ma nel caso occorrerebbe essere prudenti puntando decisamente sull'efficienza energetica, unica strada percorribile per abbattere i consumi creando al contempo le condizioni di resilienza per il nostro Paese.
Già, perché l'Italia dipende fortemente dalle fonti fossili [8] (ben il 52% del fabbisogno lordo) e in particolare dal gas (addirittura l'82,7%) per la produzione di corrente elettrica, con appena il 37,6% della domanda nazionale coperta da fonti rinnovabili. Nel 2016 l'Italia è stata addirittura il terzo Paese al mondo per importazione netta di energia elettrica prodotta all'estero, con percentuali oscillanti fra il 10 e il 25%, con quote non trascurabili derivanti da energia nucleare.
Non fu certamente una grande idea chiudere le centrali atomiche in Italia con il referendum post-Chernobyl del 1987 senza creare parallelamente un piano energetico nazionale sostenibile e che non ci rendesse così fortemente dipendenti dalle forniture estere.
I costi per la fornitura di energia elettrica in Italia sono i più alti di tutta l'Unione Europea [8] e dipendono sia dalle accise e dalle inefficienze di sistema sia dalla fonte primaria utilizzata per produrla: il gas. Se paragoniamo la convenienza della generazione di energia da carbone o da fonte nucleare, i costi sarebbero decisamente minori.
Allora bisognerebbe puntare oggi sul nucleare? La fissione nucleare ha già dato prova di essere altamente critica e incontrollabile, e persino i reattori più sicuri non possono prevedere tutte le situazioni nefaste che potrebbero accadere dopo Chernobyl, si pensi ad esempio alla sciagura di Fukushima su cui tuttora fatichiamo a ottenere informazioni certe [9]. Per non parlare delle scorie nucleari come rifiuto radioattivo dell'attività di fissione: il loro smaltimento e stoccaggio non è mai privo di rischi [10], sia che si tratti di miniere di sale, depositi geologici profondi, spedizioni nello spazio o negli abissi oceanici, sia che riemergano a fronte dello scioglimento dei ghiacciai in cui sono intrappolate [11].
D'altro canto, si millanta spesso che la fusione nucleare, caratterizzata da assenza di scorie, sia ormai prossima, 10-20 anni ancora e ci siamo. Ogni nuova milestone raggiunta dalla scienza in ambito di fusione nucleare ci fa credere erroneamente di essere vicini alla meta: nella fattispecie, nel corso degli ultimi 30 anni sono stati compiuti passi insignificanti e siamo ben lontani dal rendere le centrali a fusione nucleare una realtà vantaggiosa economicamente [12].
Quindi meglio aumentare l'import di gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti?
Se anche gli americani volessero fornire all’Unione Europea maggiori volumi di GNL, non si avrebbero sostanziali miglioramenti sui costi del combustibile, e questo processo in ogni caso potrebbe richiedere anni prima di essere attuato [13]. Inoltre, il GNL statunitense sarebbe ottenuto mediante fracking, un processo altamente invasivo a livello ambientale e che comporta notevoli emissioni di CO2 in atmosfera, oltre a provocare terremoti e altre conseguenze indirette [14].
ALLORA COSA POSSIAMO FARE PER CREARE UN FUTURO SOSTENIBILE?
In definitiva, non esiste alcuna transizione verde, nessun Green Deal che possa prescindere dall’investire in efficienza energetica, su migliori involucri e impianti più efficienti, su fonti rinnovabili e su un'economia circolare che fa del riuso e del riciclo la chiave di sostenibilità ambientale.
Perché, rimanendo nella pura immaginazione, se Vladimir Putin decidesse di non vendere più il gas all'Europa facendone schizzare il prezzo alle stelle, se gli altri gasdotti attraverso corridoi più "pacifici" come Siria, Iraq, Iran, Turchia e Arabia Saudita non fossero ancora pronti [15], se non si riuscisse a ottenere gas (e quindi corrente elettrica) da altre fonti, se l'energia derivante da nucleare "pulito" non fosse ancora disponibile, ma d'altronde si volessero mantenere alti standard di benessere abitativo e consumi ridotti al minimo, cosa si dovrebbe fare se non puntare decisamente su politiche che favoriscano l'efficienza energetica?
È della stessa opinione Amory Lovins, un pioniere nella sperimentazione edilizia e fondatore nel 1982 del Rocky Mountain Institute [16], una vera e propria Casa Passiva che, situata a 2.200 metri slm, non necessita mai di riscaldamento perché si scalda con il sole, evita di disperdere grazie a un isolamento termico eccellente e viene alimentata con le fonti rinnovabili.
Gli fa eco anche Wolfgang Feist [17], ideatore nel 1989 del concetto Passivhaus, basato sul semplice assunto che "il miglior kWh è quello risparmiato".
Perciò, se solo riesci a immaginare questi scenari catastrofici, perché non anticipare i tempi facendo la tua parte implementando nell’edilizia abitativa la via sostenibile dell'efficienza energetica? Democratica, alla portata di tutti, open source, pacifica.
Punta al massimo, non solo a migliorare gli edifici di "due classi", ma anche a accrescere la conoscenza tecnica attraverso la formazione con i migliori Istituti del settore per applicare poi i concetti nei tuoi progetti se sei un progettista o nei cantieri se sei un artigiano.
Così potrai smettere di immaginare vivendo finalmente in benessere a prescindere da ciò che accade fuori: pandemia, crisi economica, rincaro delle risorse energetiche, guerra, incentivo sì/incentivo no...
Cosa aspetti a fare la tua parte?
“E tu, sei un progettista del XXI secolo?”
Fonte | Albert, Righter & Tittmann Architects
IL METODO ITALIANO PER LA CASA PASSIVA
Il Metodo italiano per la Casa Passiva® nasce e si sviluppa grazie all'esperienza di Francesco Nesi, formatosi principalmente nel mondo tedesco, dove ha potuto attingere alle basi della tecnologia e degli standard di efficienza energetica più avanzati al mondo, come lo standard Passivhaus.
Il protocollo Passivhaus si sviluppa nel 1989 grazie al professor Wolfgang Feist con l’obiettivo di fornire al mercato un metodo (ad oggi ancora l'unico) in grado di rispecchiare esattamente le prestazioni energetiche attese migliorando anche del 90% le prestazioni di un edificio tradizionale.
A partire da queste basi così solide, il Metodo italiano per la Casa Passiva® vuole porsi come approccio concreto all’edilizia, specialmente nel mercato italiano, offrendo un algoritmo scientifico per la valutazione tecnico-economica degli interventi di efficientamento, avvicinando così i potenziali committenti a concetti di fisica edile altrimenti complessi da interpretare, rendendoli facilmente accessibili.
In altri termini, nel Metodo italiano per la Casa Passiva® si va ad affrontare un qualsiasi progetto di nuova costruzione o riqualificazione giustificando ogni intervento sia dal punto di vista del comfort abitativo che del risparmio economico sul ciclo di vita dell’edificio, alla ricerca della configurazione più ottimale, chiamata cost-optimum.
Oggigiorno si contano nel mondo più di tre milioni di m² di Passivhaus costruite e monitorate. Sono numerose le tipologie costruttive realizzate con questo standard, nuove costruzioni e ristrutturazioni, residenziali e non: edifici mono-plurifamiliari, scuole, uffici, musei, piscine, ospedali, supermercati, caserme dei vigili del fuoco, palestre, fabbriche, banche, centri commerciali, chiese e tante altre.
Moltissimi Comuni e Regioni hanno abbracciato questo standard costruttivo per le nuove costruzioni o danno premialità per chi certifica la qualità esecutiva con Passivhaus: a partire da Bruxelles, Vancouver, Hannover, New York, Freiburg, Vorarlberg, anche in Italia si annoverano decine di Comuni.
L’AUTORE
Francesco Nesi, ideatore del Metodo italiano per la Casa Passiva®, è fisico edile e ha vinto borse di dottorato e di ricerca nelle più importanti università tedesche e austriache.
Dall’anno di fondazione (2011) è direttore di ZEPHIR Passivhaus Italia, l'Istituto italiano che offre consulenza, formazione e certificazione per conto del Passivhaus Institut.
Dal 2007 promuove lo standard Passivhaus in Italia e nel mondo, divulgando il risparmio energetico e l'efficienza energetica in centinaia di seminari, corsi, workshop e convegni, aprendo nuovi mercati, sviluppando tool per l’ottimizzazione tecnico-economica e investigando dati climatici, tecnologie per il risparmio energetico e la salubrità ambientale.
È autore di pubblicazioni su riviste scientifiche e specializzate e del libro di riferimento in Italia sullo standard Passivhaus dal titolo “PASSIVHAUS”(Maggioli Ed.).
Coordina diversi team di progettazione e offre soluzioni pratiche per risolvere problemi che si manifestano sui cantieri elevando la qualità dei progetti che si presentano.
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Ma allora, come puoi dare il tuo contributo per un futuro più sostenibile?
Promuovendo sul tuo territorio i più alti standard nell’efficienza energetica abitativa e sfatando i falsi miti che puntare a Casa Passiva vuol dire necessariamente spendere di più, ma informando che, contrariamente, proprio questa scelta può diventare il miglior investimento in termini di costi/benefici, non solo perché permette di minimizzare i consumi, ma anche perché ambisce a massimizzare il comfort abitativo e la salubrità degli ambienti.
Da dove partire? Affidati all’esperienza di ZEPHIR Passivhaus Italia, l’Istituto di Fisica Edile che da più di 15 anni sostiene l’innovazione e lo sviluppo tecnologico parlando quotidianamente con progettisti, imprese edili e privati, proponendosi come punto di riferimento per la progettazione di edifici passivi, offrendo un servizio di consulenza basato su robusti e rigorosi standard scientifici al fine di individuare le scelte più sensate dal punto di vista tecnico-economico.
Questa esperienza infatti ha permesso di costruire percorsi formativi solidi e strutturati che consentono di posizionarsi a livello nazionale ed internazionale con il titolo di Progettista Certificato Passivhaus o Operatore di Cantiere Certificato Passivhaus, entrando nella rete di più di 4 mila Progettisti, Artigiani e Imprese che promuovono e costruiscono Case Passive con i massimi standard di efficientamento energetico e comfort abitativo.
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BIBLIOGRAFIA
[1] Recovery Plan, NextGenerationEU, https://ec.europa.eu/info/strategy/recovery-plan-europe_it
[2] D.L. n. 34/2020 (decreto Rilancio), art. 119
[3] D.L. n. 157/2021 (Decreto anti-frode)
[4] R. Baldwin, E. Tomiura (2020), Thinking Ahead About the Trade Impact of COVID-19, in R. Baldwin and B. Weder di Mauro (eds), Economics in the Time of COVID-19, CEPR Press. B. Bonadio, Z. Huo, A. Levchenko, and N. Pandalai-Nayar (2020), Global Supply Chains in the Pandemic, NBER Working Paper No. 27224.
[5] OECD, Ottobre 2018, https://www.oecd.org/environment/waste/highlights-global-material-resources-outlook-to-2060.pdf.
NY Times, 22 Ottobre 2021, https://www.nytimes.com/2021/06/01/business/coronavirus-global-shortages.html.
[6] Food Quality and Safety, Impact of COVID-19 on the food supply chain, Volume 4, Issue 4, pagg. 167–180, dicembre 2020.
[7] Time, 15/03/2022, https://time.com/6157236/ukraines-fuel-crisis-cause-global-hunger-worsen-inflation/.
Deutsche Welle, 09/03/2022, https://www.dw.com/en/middle-east-faces-severe-wheat-crisis-over-war-in-ukraine/a-61056418.
[8] https://it.wikipedia.org/wiki/Produzione_di_energia_elettrica_in_Italia.
[9] https://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_nucleare_di_Fukushima_Dai-ichi.
[10] https://it.wikipedia.org/wiki/Rifiuto_radioattivo.
[11] Business Insider, 2019, https://www.agi.it/estero/funghi_batteri_scorie_ghiacciai-5356504/news/2019-04-19/.
[12] Dave Borlace, Just Have a Think, 2022, https://www.youtube.com/watch?v=5PLP807Ja00.
[13] Financial Times, 2022, https://www.startmag.it/energia/gnl-stati-uniti-europa-financial-times/. Traduzione italiana su Start Magazine, https://www.startmag.it/energia/gnl-stati-uniti-europa-financial-times/.
[14] Deutsche Welle, 2022, https://www.dw.com/en/the-true-cost-of-fracked-us-freedom-gas/a-61283540.
[15] Heise Medien, 2022, https://www.heise.de/tp/features/Syrien-Ein-Krieg-aus-energiepolitischen-Gruenden-3378589.html?seite=all.
[16] Intervista a The Guardian, 26/03/2022, https://www.theguardian.com/environment/2022/mar/26/amory-lovins-energy-efficiency-interview-cheapest-safest-cleanest-crisis.