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Fotografia del comparto

Mondo della distribuzione e mondo della produzione parlano dello stato attuale e delle previsioni del settore per il 2022.

di Nicola Pisano

Rincaro energia e crisi delle materie prime, unite al conflitto in Ucraina, hanno influenzato pesantemente anche il comparto della distribuzione e della produzione edile che stava vivendo una crescita importante, come testimonia Matteo Camillini, direttore di BigMat Italia e International: «Prima dell’inizio del conflitto, la spinta all’efficientamento energetico e la rinnovata centralità della casa post pandemia, insieme alla spinta degli incentivi e dei bonus fiscali, hanno comportato una crescita importante delle vendite e un rilancio commerciale di rilievo».

Opportunità di crescita e d’investimento che hanno portato con sé stimolanti possibilità di ammodernamento delle aziende e una spinta verso una digitalizzazione dei processi per gestire la sempre maggiore complessità del mercato.

«Fra le difficoltà maggiori – prosegue Camillini – va sottolineata la “bulimia” di domanda che caratterizza questa congiuntura, con i conseguenti problemi di gestione di disponibilità delle forniture, consegne e impennata di prezzi».

Fenomeni, questi, più che conosciuti da tutti gli operatori del settore. «Altro elemento non trascurabile è la difficoltà nella ricerca di risorse umane e proprio per questo deve essere prestata grande attenzione alla formazione per qualificare al massimo le proprie risorse, cosa da sempre prioritaria per il Gruppo BigMat. Per l’approvvigionamento di alcuni materiali, invece, siamo riusciti a far fronte almeno in parte alla carenza dei partner produttori italiani attraverso l’individuazione di fornitori esteri grazie alla collaborazione con il network internazionale di BigMat».

L’attualità, però, oggi obbliga a considerare i trend di crescita in modo assai più incerto, «il costo dell’energia fuori controllo che rischia di rendere non convenienti, disponibili o non trasportabili alcuni materiali; le difficoltà di reperire alcune materie prime perché provenienti da mercati legati alle problematiche del conflitto e/o a causa di un’eccessiva richiesta da parte di altri Paesi; e infine gli scenari di guerra porteranno ancora più incertezza. Come nel periodo della pandemia, non dobbiamo fermarci ma procedere guardando avanti e con un’attitudine “a fisarmonica”, ovvero essere capaci di ampliare o ridurre il nostro campo di azione a seconda di ciò che avviene, cercando di mantenere comunque un lucido ottimismo», conclude Camillini.

Anche, e forse soprattutto, in un contesto così complesso BigMat è riuscito a riconfermare il ruolo di leader della distribuzione edile e da inizio 2022 ha accolto 13 nuovi soci: ingressi importanti e strategici su tutto il territorio italiano. Lo sviluppo costante della rete di associati e dei punti vendita, che continuano ad ampliarsi in quantità e qualità, è segno che i valori BigMat vengono scelti da sempre più realtà per affrontare le nuove sfide del mercato; una prova della «forza e della solidità del nostro Gruppo la cui essenza è racchiusa nel confronto interno, nel sostegno continuo agli associati, nel supporto al passaggio generazionale ma anche nella capacità di essere sia globali sia locali, di mettere in campo strumenti incisivi ed efficaci per i punti vendita, azioni di marketing e format di successo» sottolinea Alessandro Cerbai, presidente di BigMat Italia.

Elasticità e resilienza sono le skill necessarie per la filiera edile. E il mondo della produzione? Come sta affrontando questo mercato imprevedibile?

Abbiamo sentito sette importanti player del settore, il loro punto di vista nelle interviste qui di seguito.

SUPERBONUS

BIGMAT VICINO A IMPRESE E PROFESSIONISTI

Confusione burocratica e incertezza generata dalla “chiusura dei rubinetti” da parte di alcuni istituti bancari hanno creato non pochi problemi a imprese edili e artigiani, ma anche ai distributori di materiali, che hanno visto bloccarsi cantieri e opere. Il decreto Aiuti del 17 maggio ha ufficializzato alcune importanti disposizioni come la proroga del Superbonus per le unità unifamiliari, lo slittamento della realizzazione del 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022 (nel computo possono essere compresi anche i lavori non agevolati con Superbonus) e la cessione del credito libera per le banche. Le banche e le società appartenenti a un gruppo bancario non dovranno attendere il quarto passaggio ma potranno cedere subito il credito ai clienti professionali privati correntisti, i quali non potranno a loro volta cedere il credito acquisito.

Sul tema dello sconto in fattura e della cessione del credito BigMat, già dal 2020, ha messo in campo una serie di servizi a supporto di imprese e professionisti per la gestione burocratica e fiscale degli incentivi. Oltre alla consulenza informativa sono state create alcune piattaforme per la cessione del credito fiscale che permettono a imprese e progettisti clienti delle rivendite BigMat e degli showroom HABIMAT di offrire lavori di ristrutturazione e riqualificazione applicando ai committenti (privati e condomini) lo sconto in fattura. Le piattaforme consentono di gestire pratiche relative a tutte le detrazioni fiscali e sono collegate a un istituto di credito convenzionato che, prima dell’inizio dei lavori in cantiere, assicura l’acquisto del credito tramite specifico contratto con l’impresa. Caratteristiche delle piattaforme sono la garanzia e la velocità di pagamento; inoltre, grazie a un processo guidato e organizzato, permettono di avere tutto sotto controllo e di arrivare velocemente alla corretta cessione del credito alla banca convenzionata.

STEFANO RONCAN

DIRETTORE COMMERCIALE DI ITALCEMENTI

Stefano Roncan
"Il rincaro del costo dei materiali energetici si traduce in un incremento del costo complessivo di produzione che ha superato il 50% rispetto al 2021."

Quali problematiche sta incontrando il vostro specifico comparto?

Come è noto, l’aumento del prezzo del gas e dell’energia elettrica, l’andamento del prezzo del combustibile che viene usato nei forni di produzione del cemento e la crescita del valore dei diritti di emissione di CO2 hanno determinato un incremento complessivo, nei primi giorni di marzo 2022, del 700% nell’industria del cemento rispetto al 2020.

Questo rincaro del costo dei materiali energetici si traduce in un incremento del costo complessivo di produzione che ha superato il 50% rispetto al 2021. La tenuta del settore cemento così come di tanti altri settori energivori è seriamente a rischio e i tradizionali strumenti utilizzati per il contenimento dei costi appaiono oggi non sufficienti.

Quali strategie state mettendo in campo per limitare le conseguenze e affrontare la situazione attuale?

Stiamo lavorando soprattutto a livello di filiera. Federbeton, la nostra federazione che raggruppa i produttori di cemento e calcestruzzo, ha fatto una serie di proposte per tutelare le aziende maggiormente energivore anche con maggiori investimenti nelle energie rinnovabili semplificando, ad esempio, gli iter autorizzativi per installare impianti nelle cave dismesse. Un altro filone è quello della competitività dell’industria nazionale, oggi soggetta a importazioni di cemento da Paesi extra UE che non sono sottoposti ai limiti di emissioni di CO2 e quindi hanno costi più competitivi.

Con l’exploit delle ristrutturazioni e il “doping” degli incentivi, come sono cambiate le vostre dinamiche con la distribuzione?

Italcementi crede nella filiera della distribuzione e quello che abbiamo fatto di concreto negli ultimi anni lo dimostra: abbiamo migliorato la nostra rete logistica con 22 depositi, abbiamo allargato la gamma prodotti, migliorato le confezioni e le grafiche, pianificato la nostra presenza a eventi e fiere e iniziative di co-marketing con diverse rivendite. Da tempo, abbiamo messo in atto una serie di iniziative che vanno ad arricchire il nostro impegno verso la sostenibilità, favorendo l’acquisto di cemento a km zero e il riciclo di bancali in legno.

Quale scenario prevedete nel prossimo futuro e nell’era post bonus?

Le analisi e le previsioni svolte dai principali centri studi sono concordi nel confermare anche per quest’anno il percorso di crescita intrapreso dal settore delle costruzioni in seguito allo shock pandemico, salvo quello che potrà succedere in conseguenza della guerra in Ucraina, che rende ancora più difficile ogni previsione. L’aspettativa è riposta su un andamento trainante di manutenzione residenziale e opere pubbliche, grazie rispettivamente alla misura del Superbonus 110% e agli ingenti investimenti movimentati dal PNRR. Va comunque precisato che più di dieci anni di grave crisi settoriale hanno ridotto significativamente i livelli di investimenti in costruzioni e che rimaniamo ancora lontani dai livelli pre crisi economica.

Quali sono i trend per il 2022/23? Su cosa punterete?

Italcementi si sta muovendo facendo particolare attenzione a una serie di trend: aumento della sensibilità green con la gamma eco.build, infrastrutture costruite velocemente ed edifici dotati di certificazione sostenibile e misurabile, basse emissioni dei nostri impianti produttivi, economia circolare (prodotti a km zero, riutilizzo dei materiali provenienti da altri cicli produttivi), smart building grazie all’automazione degli edifici e forte attenzione all’acqua con le soluzioni drenanti. Il cemento è un elemento indispensabile per tutti, cerchiamo di produrlo con il minor impatto ambientale possibile.


FILIPPO MENICHETTI

AREA SALES MANAGER DI KNAUF INSULATION

Filippo Menichetti

"Il mondo delle compartimentazioni acustiche e termiche sta crescendo a velocità assolutamente imprevedibile. tutti i produttori sono in una situazione di sold-out, con il conseguente allungamento dei tempi di consegna."

Quali problematiche sta incontrando il vostro specifico comparto?

Fortunatamente, Knauf non ha problemi di alcun tipo a livello produttivo, direi che i nostri impianti stanno lavorando al meglio e al massimo delle loro capacità. Come tutte le aziende produttive dobbiamo affrontare l’incremento esponenziale dei costi energetici e di alcune materie prime strategiche che, al momento, sono comunque disponibili sul mercato.

Quali strategie state mettendo in campo per limitare le conseguenze e affrontare la situazione attuale?

Stiamo vivendo un momento molto particolare per il nostro settore in tutta Europa e in particolare nel mercato italiano, dove il mondo delle compartimentazioni acustiche e termiche sta crescendo a velocità assolutamente imprevedibile. Tutti i produttori sono in una situazione di sold-out, con il conseguente allungamento dei tempi di consegna e una difficoltà crescente nella gestione della filiera distributiva. Per quanto ci riguarda, abbiamo pianificato con i nostri clienti una programmazione a medio periodo delle consegne, in modo da permettere loro una gestione della clientela/cantieristica.

Con l’exploit delle ristrutturazioni e il “doping” degli incentivi, come sono cambiate le vostre dinamiche con la distribuzione?

Il nostro approccio non ha subito cambiamenti sostanziali: stiamo lavorando per fornire un maggiore supporto di consulenza tecnica ai nostri interlocutori, in modo da sostenere la sempre maggiore richiesta di informazioni e di approfondimenti tecnici.

La sensibilità sul cambiamento di approccio al “come costruire” è stato forse il maggior impatto dei vari incentivi fiscali attualmente in essere nel nostro Paese, accelerando il cambiamento necessario per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e del risparmio energetico, fondamentali per il Gruppo Knauf. Da decenni investiamo energie e risorse per fare della salvaguardia ambientale e dello sviluppo economico due valori complementari, contribuendo concretamente al grande cambiamento in atto.

Quale scenario prevedete nel prossimo futuro e nell’era post bonus?

Crediamo che il cambiamento in atto sulla sensibilità ambientale in generale, sia l’unica strada per assicurarci un futuro sostenibile. Gli incentivi fiscali hanno agito e stanno agendo da “acceleratore” di un cambiamento che necessariamente dovrà essere irreversibile. Immaginiamo quindi altri strumenti fiscali che siano magari meno impattanti, ma che diano la possibilità di adeguare l’intero patrimonio immobiliare, riducendo drasticamente sia i costi di gestione, tema al quanto rilevante in particolare nell’ultimo anno, sia le emissioni legate al riscaldamento e raffreddamento delle nostre case, degli uffici, ecc.

Quali sono i trend per il 2022/23? Su cosa punterete?

Knauf Insulation è da sempre attenta all’innovazione. Tutta la nostra attività di sviluppo è indirizzata alla implementazione della nostra strategia “For a better Word”, come è testimoniato, ad esempio, dalla nostra linea prodotti ECOSE Technology, con la quale Knauf Insulation ha confermato il proprio ruolo pionieristico e la propria leadership tecnologica nel settore. Con questa tecnologia innovativa tutti i prodotti realizzati offrono le stesse straordinarie prestazioni delle lane minerali realizzate con tecnologia tradizionale (isolamento termico, acustico, resistenza e sicurezza), ma sono prive di formaldeide aggiunta, coloranti artificiali e acrilici, dunque più sostenibili per l’ambiente, salubri per l’uomo e tecnicamente evoluti.


LUCA BELIGNI

DIRETTORE MARKETING, ASSISTENZA TECNICA E RICERCA&SVILUPPO DI LATERLITE

Luca Beligni

"Il nostro auspicio è che ci sia una graduale trasformazione degli attuali bonus in modo che diventino supporti strutturali per la transizione energetica."

Quali problematiche sta incontrando il vostro specifico comparto?

Nel corso dell’ultimo anno i prezzi delle materie prime sono aumentati in modo significativo. A questo si sono aggiunti, negli ultimi mesi, i rincari dei costi energetici e del metano che utilizziamo per la produzione dell’argilla espansa. In Italia, la congiuntura internazionale si combina a un momento particolarmente caldo per il settore, dovuto agli incentivi fiscali, in particolare al Superbonus 110%, che però hanno una data di scadenza. Di conseguenza le imprese hanno fretta di chiudere i lavori entro i termini prefissati e non sempre è possibile garantire le forniture in tempi brevi, soprattutto quando le materie prime devono essere importate dall’estero.

Quali strategie state mettendo in campo per limitare le conseguenze e affrontare la situazione attuale?

La dinamica dei costi degli ultimi mesi ha creato un’erosione delle marginalità, a cui cerchiamo di far fronte con una maggiore produttività. Abbiamo effettuato una revisione dei listini, con aumenti dei prezzi che però non compensano i rincari energetici che stiamo subendo. Abbiamo allungato i turni di consegna e i turni di produzione, aumentato le scorte strategiche, ordinato il materiale per tempo: questo ci ha consentito di rispondere bene alla situazione contingente.

Con l’exploit delle ristrutturazioni e il “doping” degli incentivi, come sono cambiate le vostre dinamiche con la distribuzione?

Il mercato delle nuove costruzioni è cresciuto in maniera abbastanza organica, ma è sul mondo della ristrutturazione, della manutenzione straordinaria e del rinforzo strutturale che si gioca la vera partita. Dal primo gennaio 2022, con la fusione per incorporazione di Laterite Spa con le proprie controllate Gras Calce, Ruregold e Leca Sistemi, è nata un’unica azienda con quattro divisioni. La fusione semplifica il processo gestionale e amministrativo e ci consente di offrire assistenza tecnica e progettuale a 360 gradi, oltre a mettere a disposizione convegni e tavole tecniche, voci di capitolato e tutto ciò che serve al mondo della progettazione in questo momento di particolare effervescenza del mercato: il tutto anche nel nostro nuovo Centro di formazione a Trezzo sull’Adda. Inoltre, abbiamo sviluppato un servizio di customer service in cantiere, con un team di professionisti in grado di individuare le soluzioni tecniche più adeguate e offrire indicazioni di posa e consigli tecnici.

Quale scenario prevedete nel prossimo futuro e nell’era post bonus?

Gli incentivi sono un’opportunità importante e il meccanismo della cessione del credito ha sbloccato tanti cantieri potenziali, ma con un costo insostenibile nel lungo periodo per i bilanci dello Stato. Il nostro auspicio è che ci sia una graduale trasformazione degli attuali bonus in modo che diventino supporti strutturali per la transizione energetica, consentendo una programmazione e una migliore gestione dei lavori. Nello scenario futuro per essere competitivi bisognerà offrire un eccellente livello di servizio e dare disponibilità̀ di prodotti in tempi rapidi.

Quali sono i trend per il 2022/23? Su cosa punterete?

Abbiamo diverse novità in arrivo nell’ambito della ristrutturazione e del consolidamento strutturale. Si tratta di nuovi prodotti della gamma CentroStorico di Laterite e nuovi sistemi Ruregold studiati per rispondere alle esigenze del Superbonus 110% e dell’antiribaltamento delle pareti di tamponamento, che lanceremo nel corso dell’anno. Con Gras Calce invece abbiamo lanciato una gamma di intonaci, anche strutturali, sia a base cemento sia a base calce idraulica naturale NHL 3.5, per il rinforzo e il ripristino delle murature.


EUGENIO CECCHIN

MANAGING DIRECTOR DI MONIER SRL - GRUPPO BMI

Eugenio Cecchin

"Attualmente le problematiche principali sono l’aumento dei prezzi dei materiali, oltre all’approvvigionamento, e il conflitto tra russia e ucraina ha in qualche modo amplificato questa spirale inflattiva. tema caldo a livello produttivo è poi la speculazione dei prezzi delle materie prime."

Quali problematiche sta incontrando il vostro specifico comparto?

Siamo i protagonisti di un periodo storico oggettivamente complesso e particolare. Attualmente le problematiche principali sono l’aumento dei prezzi dei materiali, oltre all’approvvigionamento, e il conflitto tra Russia e Ucraina ha in qualche modo amplificato questa spirale inflattiva. Tema caldo a livello produttivo è poi la speculazione dei prezzi delle materie prime. Il Gruppo BMI si è trovato a dover affrontare questa sfida: un aumento prezzi mai visto nella storia della fornitura, in particolar modo del gas, del cemento e del legno. La nostra scelta è stata quella di continuare a produrre, mantenendo aperti tutti gli impianti, assicurando la piena occupazione dei nostri addetti e garantendo al mercato la fornitura necessaria in questa fase espansiva legata agli incentivi statali.

Quali strategie state mettendo in campo per limitare le conseguenze e affrontare la situazione attuale?

La nostra missione, in questa fase particolare, è quella di fortificare la nostra catena di fornitura rendendola più stabile possibile, per poter continuare a rispondere tempestivamente alla domanda del mercato. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo scelto di privilegiare la qualità e disponibilità delle materie prime rispetto al loro costo di acquisto, conseguentemente siamo stati costretti a ritoccare i nostri prezzi di vendita.

Con l’exploit delle ristrutturazioni e il “doping” degli incentivi, come sono cambiate le vostre dinamiche con la distribuzione?

Il prodotto BMI Wierer è un bene di valore e non una commodity; quindi, necessitiamo che il nostro prodotto venga distribuito unicamente attraverso una rete specializzata che sia in grado di vendere valorizzando nel modo corretto ciò che produciamo. Il rapporto che noi abbiamo con la distribuzione non è in nessun modo influenzato da quello che succede sul mercato delle ristrutturazioni e dagli incentivi. Non c’è stato nessun cambiamento nella nostra relazione con la distribuzione specializzata. Per fronteggiare invece l’alto numero di richieste da parte del pubblico per la progettazione dei tetti e per riuscire a dare tutto il supporto possibile abbiamo investito in BMI EXPERT, un team di tecnici progettisti che affianca la nostra rete commerciale.

Quale scenario prevedete nel prossimo futuro e nell’era post bonus?

Il successo dei bonus edilizi ha permesso di recuperare una parte dei lavori posticipati dalla crisi del mercato e dalla pandemia, tuttavia ritengo che quest’espansione sia innaturale, non sostenibile, nel medio periodo. A mio avviso il mercato si assesterà su un valore più basso di quello odierno, con un atterraggio controllato considerato che siamo solo all’inizio di un ciclo positivo dell’edilizia dopo anni di crisi di settore.

Quali sono i trend per il 2022/23? Su cosa punterete?

Il mercato delle costruzioni si sta evolvendo verso un futuro in cui la sostenibilità sarà centrale nelle scelte del consumatore e dei produttori. BMI sta sviluppando, proprio in questo contesto, soluzioni innovative per rispondere a questa grande sfida e far fede alla promessa di costruire nuovi orizzonti.


PAOLO MIGLIAVACCA

AMMINISTRATORE DELEGATO DI ROCKWOOL ITALIA

Paolo Migliavacca

"Il Superbonus 110% è sicuramente un importante booster per il business dell’isolamento e alcune applicazioni come cappotto e facciata ventilata stanno crescendo in modo significativo. L’efficienza energetica è il primo step per ridurre la dipendenza da fonti fossili."

Quali problematiche sta incontrando il vostro specifico comparto?

Dall’inizio della pandemia in avanti, sono molteplici e sempre crescenti le sfide che si stanno affrontando pressoché in tutti settori. Anche il nostro comparto subisce le principali dinamiche note a tutti e in particolare quelle relative all’incremento dei costi energetici e delle materie prime. Stiamo mettendo in atto numerosi action plan per limitare l’impatto per noi e per i nostri clienti e stiamo cercando di utilizzare al meglio i nostri impianti produttivi trainati dalla forte domanda di lana di roccia a livello globale (non solo nel mercato italiano). Il Gruppo ha recentemente pubblicato l’Annual Report in cui è visibile un’importante crescita non solo sul 2020 (anno sensibilmente impattato dalla pandemia) ma anche sul 2019, superando per la prima volta i 3 miliardi di euro di fatturato.

Quali strategie state mettendo in campo per limitare le conseguenze e affrontare la situazione attuale?

In un periodo caratterizzato da forte domanda e incremento dei costi di produzione, cerchiamo di ottimizzare al meglio i processi, abbiamo dato priorità ad alcune tipologie di prodotto (riducendo i codici con bassa rotazione) e coordinandoci con i nostri clienti per pianificare al meglio gli ordini e le consegne.

Con l’exploit delle ristrutturazioni e il “doping” degli incentivi, come sono cambiate le vostre dinamiche con la distribuzione?

Il Superbonus 110% è sicuramente un importante booster per il business dell’isolamento e alcune applicazioni come cappotto e facciata ventilata (molto legate alla ristrutturazione) stanno crescendo in modo significativo. Stiamo avendo una crescita diffusa sulla nostra clientela, da Nord a Sud. Alcuni dei nostri clienti si sono strutturati in modo più specifico sul Superbonus 110% e stiamo realizzando con loro molti interventi di riqualificazione ma il nostro modello di business non è cambiato in modo significativo.

Quale scenario prevedete nel prossimo futuro e nell’era post bonus?

In generale voglio essere ottimista. Un’importante crescita del Pil del 2021 è legata all’edilizia. L’edilizia è costituita da numerose microimprese che generano indotto in modo diffuso su tutto il territorio. L’efficienza energetica è il primo step per ridurre la dipendenza da fonti fossili e si può ipotizzare che il trend delle riqualificazioni possa andare avanti al di là del Superbonus 110%. La parte politica avrà comunque un ruolo chiave per assicurare il raggiungimento di importanti obiettivi di riduzione dei consumi energetici e di CO2.

Quali sono i trend per il 2022/23? Su cosa punterete?

Oltre al trend dell’efficienza energetica, sarà importante vedere l’evoluzione della normativa sulla sicurezza antincendio delle facciate. In Europa la maggior parte degli Stati, soprattutto dopo la tragedia della Grenfell Tower del 2017, hanno messo mano alla normativa nazionale proibendo l’utilizzo di materiali combustibili per edifici di elevata altezza o con specifica destinazione d’uso (ad esempio ospedali e scuole). L’auspicio è che l’Italia non sia il fanalino di coda in termini di standard di sicurezza. Altra importante tendenza è quella dell’economia circolare in cui il Gruppo Rockwool sta investendo molto con l’obiettivo di incrementare ogni anno il quantitativo di materiale recuperato all’interno del nostro ciclo produttivo.


ALBERTO COLLEONI

DIRETTORE GENERALE T2D

Alberto Colleoni

"I rincari generalizzati avranno come conseguenza un rallentamento delle costruzioni in particolare dove non vi sono urgenze dettate dalle scadenze dei vari bonus. l’altro fronte critico sarà il credito."

Quali problematiche sta incontrando il vostro specifico comparto?

Dal 2020 il nostro settore si è trovato a fronteggiare una sequenza di eventi imprevisti con ricadute sull’attività produttiva, commerciale e finanziaria. Il primo lockdown – per la durata e per il particolare periodo di inizio anno – ha avuto un impatto significativo sulle scorte di magazzino; la successiva fase, caratterizzata da una domanda rinvigorita, ha accentuato tali squilibri i cui effetti si sono protratti per i successivi 12 mesi. La seconda criticità non si è fatta attendere molto: già dai primi mesi del 2021 la filiera delle forniture ha subito gli effetti internazionali post Covid (difficoltà logistiche e carenza di materiali di ricambio industriale e semilavorati) e quelli interni del Superbonus 110%, con ulteriori e pesanti ricadute su costi e disponibilità dei materiali. Dall’estate 2021 l’incremento dei costi energetici ha posto in secondo piano le criticità preesistenti, portando via anche le buone prospettive che si stavano concretizzando. Dal 2020 a oggi il prezzo del gas è praticamente decuplicato e quello dell’energia è quadruplicato. Dal 24 febbraio, oltre alla sequenza impressionante di aumenti e al concreto rischio di non avere accesso a materiali di vario genere, si fa sempre più spazio la minaccia di una sospensione delle forniture di gas, come conseguenza del tentativo di rendersi indipendenti dal gas di provenienza russa, ed entro ottobre sapremo se tali scelte ricadranno sul nostro Paese, modificando in modo irreversibile il tessuto industriale italiano.

Quali strategie state mettendo in campo per limitare le conseguenze e affrontare la situazione attuale?

Da un lato ci siamo dovuti piegare, nostro malgrado, all’ondata di rincari; il prezzo di vendita è stato parzialmente adeguato all’incremento dei costi. Ciò ha consentito di non sospendere la produzione e ha contribuito a non interrompere la filiera. Abbiamo ritenuto che l’aumento fosse il male minore, per quanto sicuramente non un bene. Dall’altro lato stiamo optando per una politica di acquisto piuttosto aggressiva, cioè meno attenta del solito al prezzo di acquisto pur di avere disponibilità di merce e non dover sospendere la produzione.

Con l’exploit delle ristrutturazioni e il “doping” degli incentivi, come sono cambiate le vostre dinamiche con la distribuzione?

Il nostro ambito non è stato direttamente interessato dagli incentivi, per cui l’impatto è stato di riflesso, ma è evidente che tutto il settore edile è stato in qualche modo influenzato dall’esplosione della domanda per effetto del Superbonus 110%.

Quale scenario prevedete nel prossimo futuro e nell’era post bonus?

I rincari generalizzati avranno come conseguenza un rallentamento delle costruzioni, in particolare dove non vi sono urgenze dettate dalle scadenze dei vari bonus; oggi il costo dei materiali è aumentato al punto che chi potrà aspettare lo farà. L’altro fronte particolarmente critico sarà il credito: è difficile pensare che tutti gli attori della filiera riescano a ribaltare i rincari sui propri clienti. Le rivendite sono organizzate e abituate a gestire decine di nuovi listini a settimana, ma le imprese – in particolare le più piccole – spesso non hanno strutture per la gestione dei costi; non è difficile immaginare che a un certo punto possano aver perso di vista i costi dei materiali in entrata. A livello macro nei prossimi mesi gli effetti di questi ultimi due anni “drogati” si faranno sentire e l’euforia lascerà spazio a pesanti ricadute.

Quali sono i trend per il 2022/23? Su cosa punterete?

Stante le incertezze, oggi è difficile avere visibilità oltre qualche settimana. Per quanto riguarda le soluzioni, T2D da tempo propone un pacchetto molto vasto sotto il profilo strutturale e dell’isolamento, abbinando prodotti innovativi a un servizio di profondo supporto verso i nostri terminali di riferimento, progettazione e distribuzione; in una fase caotica e in cui potrebbe prevalere la quantità alla qualità, cerchiamo di togliere preoccupazioni ai nostri clienti, che mai come ora hanno bisogno di partner solidi e affidabili.


MARCO PAOLINI

CEO XELLA ITALIA

Marco Paolini

"Stiamo lavorando sull’uso delle energie rinnovabili negli impianti e per migliorare il bilancio di CO2 emessa durante il ciclo di vita dei nostri prodotti."

Quali problematiche sta incontrando il vostro specifico comparto?

Sul fronte produzione dobbiamo segnalare l’importantissimo aumento dei costi del gas e dell’energia elettrica, iniziato durante l’estate 2021 e ulteriormente aggravato dalla situazione in Ucraina, che ha trascinato in modo significativo verso l’alto anche i prezzi di tutte le materie prime. Oltre a questi aumenti dobbiamo segnalare il conseguente incremento dei costi logistici.

Il problema sta nell’entità degli aumenti, che è al di fuori di ogni logica passata, e nella sua imprevedibilità. A questo elemento si aggiunge la scarsa reperibilità di alcune materie prime che sta limitando la produzione. Abbiamo poi un altro “problema”, decisamente molto più piacevole, ma comunque sfidante, che è legato all’elevata domanda delle nostre soluzioni monostrato e che oggi stiamo affrontando con i prodotti Ytong e Multipor. Il nostro materiale già da qualche anno sta mostrando crescite molto buone e negli ultimi mesi sta registrando un aumento deciso delle vendite e della richiesta, i motivi di questo trend sono legati alle caratteristiche di elevata efficienza energetica e di sostenibilità, essenziali in questo momento.

Quali strategie state mettendo in campo per limitare le conseguenze e affrontare la situazione attuale?

Per migliorare la sostenibilità dei nostri prodotti, stiamo lavorando sull’uso delle energie rinnovabili nei nostri impianti, con l’applicazione di sistemi fotovoltaici.

Siamo solo agli inizi, abbiamo finito il primo investimento nello stabilimento produttivo di Atella (PZ), dove così riusciamo a coprire il 28-30% del fabbisogno energetico, e faremo lo stesso anche a Pontenure (PC). Per aumentare l’offerta a medio termine, stiamo aumentando la capacità produttiva dello stabilimento di Atella e all’allargamento della gamma di prodotto disponibile. Per soddisfare la richiesta nel breve periodo stiamo invece sfruttando la forza del Gruppo internazionale e degli oltre 70 stabilimenti in Europa che ci consentono di importare circa il 5% del materiale dagli impianti all’estero.

Con l’exploit delle ristrutturazioni e il “doping” degli incentivi, come sono cambiate le vostre dinamiche con la distribuzione?

Non sono cambiate le logiche nella distribuzione del nostro prodotto, la rivendita di materiali edili rimane il nostro canale di riferimento.

Quale scenario prevedete nel prossimo futuro e nell’era post bonus?

L’importante inflazione, che non colpisce solo il settore dell’edilizia ma tutti i settori economici, fa di sicuro suonare qualche campanello di allarme e temo che possa creare dei rallentamenti soprattutto nel settore delle nuove costruzioni residenziali, d’altro canto sono convinto che gli incentivi statali sulle riqualificazioni energetiche e il Sismabonus continueranno a trainare il settore dell’edilizia nel breve-medio periodo. Sono inoltre convinto che certe misure incentivanti cambieranno sicuramente, nelle percentuali di finanziamento e nelle regole, ma diventeranno sistemiche. Mantenere i bonus è necessario per sostenere il processo di ammodernamento del patrimonio edilizio italiano e accompagnare i cittadini in un cambio di mentalità e in un percorso di sostenibilità ambientale ed economica.

Quali sono i trend per il 2022/23? Su cosa punterete?

Continueremo a puntare sulle costruzioni sostenibili ad alta efficienza energetica e quindi sulla soluzione monostrato in calcestruzzo aerato autoclavato Ytong per le murature di tamponamento ad alta efficienza energetica e su tutti i materiali di corredo a questa soluzione, mentre per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti continueremo a proporre il nostro pannello minerale Multipor, la soluzione ininfiammabile e sostenibile.

Stiamo lavorando per migliorare significativamente il bilancio relativo alla CO2 emessa durante il ciclo di vita dei nostri prodotti, nonché per utilizzare energie rinnovabili e ridurre l’utilizzo di acqua. L’edificio costruito deve diventare un “magazzino”, una “fonte” di materie da poter riciclare dandogli una seconda vita e per questo stiamo aumentando sempre più la percentuale di materiale riciclato nei nostri prodotti.

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