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Direttiva Case Green: le nuove regole

Raggiunto l’accordo tra Parlamento e Consiglio europeo per ridurre le emissioni e il consumo energetico degli edifici

In attesa della votazione della Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, in programma il 23 gennaio, Parlmento, Consiglio e Commissione Europea hanno raggiunto un accordo sulla direttiva sull’efficienza energetica in edilizia Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) o direttiva Case Green, volta ad aumentare il tasso di ristrutturazioni e a ridurre consumo energetico ed emissioni nel settore edilizio.

I punti principali 

Il nuovo accordo del 7 dicembre, arrivato dopo sei mesi di negoziati, prevede in particolare:

- Ciascuno Stato membro adotterà una propria linea per ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, con una flessibilità sufficiente in considerazione delle circostanze nazionali. Gli Stati membri sono liberi di scegliere gli edifici destinatari e le misure da adottare;

- le misure dovranno garantire che almeno il 55% del calo del consumo medio di energia primaria sia conseguito mediante la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori;

- il parco immobiliare non residenziale sarà migliorato gradualmente grazie a norme minime di prestazione energetica. Per gli edifici con le prestazioni peggiori, ciò comporterà una ristrutturazione del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033;

- gli Stati membri avranno la possibilità di esentare da tali obblighi determinate categorie di edifici residenziali e non residenziali, tra cui gli edifici storici o le case di villeggiatura;

- il miglioramento degli attestati di prestazione energetica si basa su un modello comune dell'UE con criteri comuni per informare meglio i cittadini e facilitare le decisioni in materia di finanziamenti nell'UE;

- per combattere la povertà energetica e ridurre le bollette energetiche, le misure di finanziamento dovranno incentivare e accompagnare le ristrutturazioni ed essere destinate in particolare ai clienti vulnerabili e agli edifici con le prestazioni peggiori, nei quali vive una percentuale maggiore di famiglie in condizioni di povertà energetica;

- gli Stati membri dovranno provvedere a che vi siano misure di salvaguardia per i locatari per contribuire a far fronte al rischio di sfratto delle famiglie vulnerabili causato da aumenti sproporzionati degli affitti in seguito a ristrutturazione.

Pianificare le ristrutturazioni 

Sul fronte delle ristrutturazioni, la direttiva stabilisce misure volte a migliorare sia la loro pianificazione sia gli strumenti per garantirle. Stando alle disposizioni concordate, gli Stati membri istituiranno:

  • piani nazionali di ristrutturazione degli edifici per definire la strategia nazionale intesa a decarbonizzare il parco immobiliare e ad affrontare gli ostacoli rimanenti, tra i quali il finanziamento, la formazione e l'attrazione di un maggior numero di lavoratori qualificati;
  • istituire sistemi nazionali di passaporto per la ristrutturazione degli edifici per orientare i proprietari a ristrutturare per fasi fino a ottenere edifici a emissioni zero;
  • istituire sportelli unici per i proprietari di abitazioni, le PMI e tutti gli attori della catena del valore delle ristrutturazioni, in modo che ricevano sostegno e orientamenti specifici e indipendenti.

Emissioni zero: il nuovo standard per gli edifici 

La direttiva aggiornata fa delle emissioni zero lo standard per tutti i nuovi edifici: in base all’accordo raggiunto, dal primo gennaio 2028 tutti gli edifici nuovi di proprietà pubblica, residenziali e non, dovranno essere a zero emissioni di combustibili fossili; per tutti gli altri edifici di nuova costruzione ciò varrà dal primo gennaio 2030.

Gli Stati membri dovranno pertanto garantire che i nuovi edifici siano idonei per l'uso di energia solare ospitando installazioni termiche fotovoltaiche o solari sui tetti. Le installazioni solari diventeranno così la norma. Per gli edifici pubblici non residenziali esistenti sarà necessario introdurre gradualmente, a partire dal 2027, le installazioni solari laddove tecnicamente, economicamente e funzionalmente fattibile. Le disposizioni entreranno in vigore in tempi diversi secondo il tipo e le dimensioni dell'edificio.

Le caldaie a gas 

L'accordo raggiunto prevede l’eliminazione graduale delle caldaie alimentate a combustibili fossili. Dal primo gennaio 2025 non saranno più ammesse sovvenzioni per l'installazione di caldaie autonome alimentate a gas. Gli Stati membri dovranno definire misure specifiche per l'eliminazione graduale dei combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffrescamento con l’obiettivo di arrivare all’eliminazione completa entro il 2040. 

«Un'edilizia con prestazioni energetiche più alte è fondamentale per raggiungere gli obiettivi ambiziosi di neutralità climatica che abbiamo fissato e apporterà benefici concreti ai cittadini. Le ristrutturazioni sono investimenti in un futuro migliore: aumenteranno la qualità della vita, permetteranno alla gente di investire i propri risparmi altrove e stimoleranno l'economia. Confido che questo accordo darà il via a un'ondata di ristrutturazioni nel rispetto della diversità del parco immobiliare unionale» ha dichiarato Kadri Simson, commissaria per l'Energia.

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