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Approfondimento The Line Project: la città del futuro è lineare

Il giga project di Neom: la futuristica città-grattacielo longitudinale

Il futuro dell’urban living, un capolavoro architettonico che ridefinisce il concetto di sviluppo urbano e delle città del futuro: così viene descritto il progetto The Line di Neom, uno dei giga projects che l’Arabia Saudita sta sviluppando all’interno della roadmap Saudi Vision 2030, l’imponente piano di riforme e progetti che rimodelleranno il paesaggio urbano e di cui abbiamo parlato nel n. 42 della rivista UP! Magazine

Collocata nella provincia di Tabuk, a 500 metri sul livello del mare nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, la futuristica The Line – come si intuisce già dal nome – è una città-edificio che si svilupperà lungo una linea orizzontale di 170 chilometri attraversando tre diverse regioni, dalla costa del Mar Rosso all'interno desertico fino alle montagne. Da questa posizione pare sarà possibile raggiungere il 40% del resto del mondo in circa 6 ore di volo.

Il progetto e gli obiettivi di The Line

The Line è formata da una coppia di grattacieli caratterizzati da una copertura esterna a specchio, larghi 200 metri e alti 500 (più dell’Empire State Building di New York che arriva a 381 metri) che al loro interno dovrebbero ospitare 9 milioni di persone.

I due edifici della futuristica smart city, stretti e alti, sono pensati per creare un microclima ideale controllato, che ridurrà la dipendenza energetica dell’edificio. La struttura a specchio” non è una scelta puramente estetica ma contribuirà alla gestione termica dell’edificio, riflettendo la luce solare e aiutando a mantenere temperature confortevoli all’interno. Grazie a un sistema integrato di sensori e all’uso dell’intelligenza artificiale si potrà ottimizzare il consumo energetico garantendo sostenibilità e comfort dei suoi abitanti in un ambiente desertico

«The Line affronterà le sfide che l’umanità si trova ad sostenere oggi nella vita urbana e farà luce su modi alternativi di vivere – aveva dichiarato il principe ereditario del regno saudita, Mohamed bin Salman, alla presentazione del progetto – le comunità stratificate verticalmente della città sfideranno le tradizionali città piatte e orizzontali e creeranno un modello per la salvaguardia della natura e una maggiore vivibilità umana».

La scommessa di The Line è creare un modello nuovo di città completamente alimentata da fonti energetiche rinnovabili, senza strade, con servizi che saranno raggiungibili a piedi e in cui la mobilità sarà super fast, percorsa da veicoli senza conducente e servita da un treno ad alta velocità che coprirebbe l’intera lunghezza di The Line in 20 minuti. In ogni edificio saranno integrate delle fattorie verticali che forniranno prodotti freschi ed è prevista la realizzazione di un porto turistico, di molti spazi pubblici, alberghi, negozi, spazi commerciali e uno stadio

Il giga progetto è ambizioso, imponente, sfidante per il mondo dell’architettura e delle costruzioni e potrebbe diventare un modello sperimentale di urbanizzazione in contesti estremi ma anche una soluzione per il futuro delle città.

Il team di archistar 

The Line è progettata dallo studio statunitense Morphosis Architects – del vincitore del Premio Pritzker per l’architettura Thom Mayne – con altri importanti studi di architettura e archistar. Lo studio americano Gensler, che ha già realizzato la Shanghai Tower uno degli edifici più alti del mondo, guida la pianificazione urbana e il coordinamento della progettazione e si occuperà degli snodi di trasporto e degli spazi pubblici, come parchi e aree accessibili ai cittadini.  Lo studio austriaco Delugan Meissl Associated Architects in qualità di designer urbano si occuperà del concept generale e del masterplan della prima fase e di aspetti importanti come il microclima, l’ecologia e la logistica. Il team britannico Mott MacDonald progetterà i sistemi vitali della metropoli nel deserto, dalle fognature all’energia.

Work in progress tra ritardi e critiche

La mega città è attualmente in fase di costruzione, con oltre 120 fondamenta posate a settimana è uno dei più grandi cantieri al mondo ma la sfida più grande sembra essere il suo completamento entro il 2030 tra polemiche e critiche.

A sei anni dall’annuncio del progetto, i lavori di costruzione procedono e, secondo i piani originali, The Line dovrebbe essere completata entro il 2030 ma è ancora da verificare quanta parte dei 170 chilometri di progetto sarà effettivamente pronta tra 5 anni. I primi moduli dovevano essere attivati nel 2026 ma le ultime indiscrezioni, da un recente articolo di Bloomberg, parlano di un drastico ridimensionato: si prevede che solo 2,4 chilometri dei 170 saranno completati entro il 2030 e che vi potranno abitare 300mila persone contro i circa 1,5 milioni ipotizzati, dato però smentito dal governo saudita. 

La costruzione della città, inoltre, procederebbe a rilento, per motivi sia materiali sia finanziari.

The Line è stata oggetto di critiche da parte degli ambientalisti che ritengono che le dimensioni della costruzione potrebbero avere un impatto sui modelli di migrazione degli uccelli confondendoli con il suo esterno a specchio. I ricercatori Rafael Prieto-Curiel e Dániel Kondor, sulla rivista scientifica Nature, contestano la possibilità di attraversa tutta la città in soli 20 minuti con un treno ad alta velocità. Altri dubbi sono poi stati sollevati sulla reale sostenibilità ambientale dell’opera come scrive Chiara Guzzonato su Focus: «Per quanto riguarda l'aspetto ecologico del progetto, nonostante il principe prometta che The Line e l'intero complesso di Neom saranno alimentati con energia 100% rinnovabile e non emetteranno CO2, il problema è la costruzione di tutto ciò: la realizzazione del progetto implicherà grandi spostamenti di terra, enormi infrastrutture per trasportare veicoli, energia, acqua e rifiuti, e l'impiego di una quantità colossale di materiali la cui estrazione emette CO2».

I materiali per costruire The line

La colossale opera di The Line porta con sé un ingente uso di materiali da costruzione. Basti pensare che il cantiere, da solo, utilizza un quinto della produzione mondiale di acciaio, soprattutto per le fondamenta. Secondo i numeri forniti dalla World Steel Association, nel 2023 sono state prodotte circa 1.800 milioni di tonnellate di acciaio: l'Europa ne ha utilizzate 127 milioni e The Line circa 378.

A conferma del mastodontico uso di risorse e materiali anche i dati della start up australiana Soar Earth che aggrega immagini satellitari e mappe di crowdsourcing e secondo la quale sarebbero già stati utilizzati 26 milioni di metri cubi di terra e roccia (78 volte il volume del Burj Khalifa, l'edificio più alto del mondo).

Per soddisfare il fabbisogno di calcestruzzo per The Line e gli altri progetti, Neom ha aperto un suo cementificio da 190 milioni di dollari che sarà in grado di produrre fino a 20.000 metri cubi di cemento al giorno; sarà cemento verde grazie alla tecnologia di cattura e utilizzo del carbonio (CCU) e a soluzioni di risparmio energetico.

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